Sappiamo tutti che i Data Center rivestono un ruolo di importanza vitale per ogni tipologia di business. Con il boom dell’intelligenza artificiale, dopo la completa affermazione dell’Internet of Things (IoT) e di nuovi workstyle basati sull’hybrid work, molte aziende stanno valutando diverse strategie per gestire grandi quantità di dati e una moltitudine di dispositivi connessi alla rete, per garantire elevati livelli di performance e applicazioni sempre disponibili a tutti gli utenti, ovunque si trovino.
La soluzione che la maggior parte delle imprese sta adottando è una distribuzione efficiente del carico di lavoro su più Data Center dislocati, con un’assegnazione puntuale delle risorse solo quando strettamente necessarie per soddisfare le specifiche esigenze aziendali. L’ottimizzazione dei Data Center per distribuire i workload in modo efficace migliora sicuramente le prestazioni complessive dell’infrastruttura e permette di replicare i dati su più siti, per evitare la perdita degli stessi e ridurre il rischio di blocchi dell’operatività. Ma c’è un rovescio della medaglia.
Dai malfunzionamenti dei dispositivi di rete agli attacchi informatici, da improvvise condizioni ambientali ostili fino alla necessità di implementazioni zero-touch e operazioni di change/update: tutto può causare un downtime e/o può comportare l’esigenza di un intervento tecnico tempestivo. E più la rete è estesa e maggiore sarà la “suscettibilità” a situazioni del genere. In ragione di queste problematiche è evidente che gestire e controllare un’infrastruttura IT distribuita su più sedi risulta estremamente complesso.
Sappiamo che le interruzioni di rete possono avere un impatto diretto sul business e non sono ammissibili. Pensiamo, nel concreto, ad alcuni settori specifici.
Nell’ultimo anno, soprattutto a causa di una completa convergenza tra IT e OT, si è verificato un incremento del 25% degli investimenti in infrastrutture IT, software e servizi connessi da parte del settore manifatturiero e di tutti i settori produttivi. Queste aziende spesso hanno impianti distribuiti su vari siti, che in nessun modo devono essere bloccati da un malfunzionamento informatico, per non impattare in maniera considerevole sulla produttività.
Le aziende Telco spesso gestiscono infrastrutture distribuite in luoghi remoti o comunque difficilmente accessibili. La continuità operativa di queste imprese è essenziale per garantire ai clienti una connettività sempre attiva e performante.
Le istituzioni finanziarie, come banche e società di investimento, allo stesso modo, dipendono fortemente dall’affidabilità e dalla sicurezza delle loro infrastrutture IT. Stesso discorso vale per scuole ed università: studenti e docenti necessitano di un accesso senza interruzioni a sistemi e applicazioni, per leggere dati e comunicazioni, inoltrare compiti e iscriversi agli esami.
Ultimo, ma sicuramente non meno importante, l’ambito sanitario: la disponibilità continua dei sistemi IT è diventata essenziale per fornire cure complete ai pazienti, spesso mediante dispositivi elettromedicali che devono essere monitorati e messi in sicurezza.
La soluzione che la maggior parte delle aziende adottano, per la gestione strutturata dei dispositivi nei Data Center dislocati su più sedi è l‘Out Of Band Management (OOBM) o Gestione Fuori Banda. Vediamo come funziona.
LA SOLUZIONE
Le soluzioni di Out of Band Management (OOBM) sono indispensabili per il controllo e la gestione dei dispositivi di rete nei Data Center distribuiti, con l’obiettivo di garantire sempre disponibilità e sicurezza dei sistemi.
In primis, la gestione fuori banda permette di accedere da remoto agli apparati, senza doversi recare fisicamente in loco per monitorare, gestire, risolvere problemi o riavviare dispositivi critici dislocati su siti geograficamente lontani: un fattore di particolare interesse per le aziende con sedi distanti o infrastrutture distribuite su vasti territori.
Questo consente di ridurre notevolmente l’impatto sul business in termini di tempo e costi, ma soprattutto di garantire la continuità operativa, intervenendo tempestivamente anche in situazioni di emergenza per mantenere in funzione le operazioni aziendali anche in condizioni avverse.
Con le soluzioni di Out of Band Management è possibile gestire e controllare dispositivi e sistemi IT remoti in modo indipendente dalla rete principale o “in-band”, utilizzando canali dedicati che non siano di “produzione”. Questo significa che, anche se la rete principale è inattiva o inaccessibile, le soluzioni OOB consentono ancora di accedere e gestire i dispositivi remoti. Un elemento fondamentale per diagnosticare e risolvere problemi e anomalie come guasti hardware, configurazioni errate o problemi di connettività, ma anche per eseguire operazioni di manutenzione come l’aggiornamento del firmware e l’installazione di patch di vario genere: il tutto da remoto e senza dover dipendere esclusivamente dalla rete primaria (Internet o MPLS).
Ciò che non deve mai mancare a una soluzione di gestione fuori banda professionale e completa è la possibilità di monitorare e “accedere” in cloud a tutti i dispositivi attraverso un’unica dashboard che garantisca una visualizzazione unificata. In questo modo, la complessità dell’infrastruttura viene drasticamente ridotta, perché sarà possibile intervenire sugli apparati come se fossero collegati localmente tramite una connessione diretta, con una visibilità centralizzata su un’unica console , nonostante le risorse IT siano distribuite su più siti.
La best practice raccomandata, infine, è implementare soluzioni OOBM che forniscono un canale di gestione non solo separato, ma anche crittografato per l’accesso ai dispositivi remoti, contribuendo a migliorare la sicurezza complessiva e proteggendo gli apparati da attacchi esterni o compromissioni della rete principale.
In conclusione, la gestione fuori banda è la soluzione migliore per garantire la massima resilienza di rete, soprattutto in caso di Data Center distribuiti geograficamente. La vera resilienza di rete, infatti, si ottiene quando un’azienda è in grado di mantenere i servizi sempre attivi oppure quando è in grado di ripristinarli con downtime ridottissimi: questo è possibile solo con un accesso remoto sicuro ai dispositivi di rete, tramite un canale dedicato e con una visibilità centralizzata.
Non si tratta semplicemente di migliorare la ridondanza per ottenere una maggiore continuità di servizio: la resilienza di rete aggiunge un livello di “intelligenza” all‘infrastruttura IT, la vera spina dorsale di un’azienda.
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